Gran chiusura di Young Inclusion in Regione Lombardia: «Inclusi 150 soggetti fragili»

Evento finale del progetto in Auditorium Gaber di Palazzo Pirelli, con il presidente del consiglio regionale Fermi e l’assessore Locatelli

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L’Auditorium Gaber di Palazzo Pirelli ha ospitato giovedì 23 giugno l’iniziativa “Musica che include”, evento di chiusura del progetto “Young Inclusion sostenuto dal programma Interreg Italia-Svizzera e sorto allo scopo di recuperare e prevenire situazioni di grave marginalizzazione di giovani attraverso la costruzione e il consolidamento di community care per disabili, donne in situazione di disagio e ragazze con disturbo di personalità borderline. Il progetto si è concluso oggi dopo 36 mesi di attività, durante i quali ha ricevuto 1 milione e 200mila euro di finanziamento per sostenere varie azioni inclusive, tra cui la promozione di attività di musicoterapia presso la cooperativa Sim-Patia di Valmorea (CO), che opera con persone con grave disabilità fisica.

L’evento finale ha ospitato una dimostrazione delle tecniche musicoterapeutiche adottate presso la cooperativa comasca, con canto e strumenti, insieme a un’esibizione dell’Infinity Ensemble, la band che unisce ospiti di Sim-Patia con giovani normodotati allievi della scuola di musica Infinity Sound di Cavallasca (Co).

Con i responsabili della cooperativa, il Presidente onorario Gerolamo Saibenee il Presidente Irma Missaglia, abbiamo condiviso questo percorso e l’autunno scorso abbiamo inaugurato insieme un’ala della loro struttura, costruita anche grazie a cospicue donazioni dei cittadini – ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi -. Un ampliamento che è anche un programma di servizi e investimenti tecnologici destinati a persone che necessitano di riappropriarsi dell’autonomia perduta e che ha visto la realizzazione della nuova sala destinata proprio allo svolgimento delle attività di musicoterapia. La musicoterapia si conferma una pratica efficace ed entusiasmante per aiutare le persone che hanno subito gravi traumi e necessitano di linguaggi diversi per comunicare. L’esperienza di Sim-Patia in questo campo -ha concluso il Presidente Fermi– rappresenta l’unione tra ricerca, investimenti in campo tecnologico, confronto multidisciplinare e proficua collaborazione tra diversi professionisti”.

All’evento è intervenuta anche l’Assessore regionale alla Famiglia, solidarietà sociale, disabilità e pari opportunità Alessandra Locatelli.

Siamo lieti di poter chiudere in una sede tanto prestigiosa il nostro progetto -ha detto Irma Missaglia, Presidente della Cooperativa Sim-Patia-. È il punto di arrivo di un percorso molto significativo che in questi tre anni, tutt’altro che semplici per tutto il Terzo Settore, ha messo Sim-Patia in dialogo con una pratica sempre più importante e innovativa anche nei percorsi di cura di persone con disabilità, la musicoterapia, che ora proseguiremo con le metodologie implementate lungo questo significativo cammino condotto col sostegno di Interreg”.

A Sim-Patia sono stati attivati percorsi musicoterapeutici incentrati attorno alla pratica strumentale, come ad esempio l’utilizzo del Kibo, strumento musicale interattivo che traduce le note musicali in forme geometriche per aiutare a sviluppare capacità mnemoniche, uditive, tattili e visive. Molto significative sono state poi le attività di rieducazione vocale, che sin dall’inizio del progetto hanno richiamato l’attenzione di diversi ospiti del centro, con ottimi risultati.

Molto significativa di questi tre anni di lavoro è stata anche la sperimentazione della “musica in acqua” -ha aggiunto Irma Missaglia-: l’esecuzione di un brano musicale in piscina, tramite apposite casse che emettono musica direttamente in acqua, dà un grosso supporto ai terapisti ,perché la persona disabile si sente più libera di sciogliere le proprie emozioni e con esse anche i suoi muscoli”. 

Young Inclusion è un progetto reale, concreto -ha evidenziato infine Alcide Gazzoli, project manager-. L’inclusione dei soggetti fragili è stato un lavoro lungo e fecondo, che ci ha accompagnato per tutti questi 36 mesi di lavoro. Avevamo come obiettivo l’inclusione di 120 persone e, nonostante il Covid, sono state più di 150 i soggetti fragili accolti nelle nostre community care, rivolte sì a disabili fisici, ma anche a ragazze con disturbo borderline di personalità, donne madri vittime di violenza, donne in situazione di disagio. Abbiamo speso bene i soldi che l’Europa tramite Regione Lombardia ci ha dato e gli impatti sia in Italia che sul territorio elvetico del Ticino sono stati importanti”.

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